Così come un presbite vede ma non riconosce i dettagli, un presbiacusico sente ma non riconosce tutte le parole.
Il sintomo principale è la riduzione progressiva della funzionalità uditiva, con una crescente difficoltà nella comprensione del linguaggio e una conseguente riduzione della qualità di vita.
A volte possono essere presenti anche acufeni (rumori nell'orecchio), che contribuiscono a ridurre ulteriormente la percezione uditiva e la qualità di vita.
Non esistono rimedi preventivi specifici, per questo assume particolare rilievo la riabilitazione uditiva, basata sulla rimediazione protesica. Data la numerosità e complessità delle variabili in gioco (livello di soglia uditiva, grado di comprensione del parlato, acuità visiva, età, livello di scolarità ecc.) non è facile sistematizzare modi e tempi d'intervento. E' comunque un dato inconfutabile la precocità della protesizzazione nel presbiacusico, che aiuta notevolmente a "rallentare" l'evoluzione del processo degenerativo sensoriale.
Le tecnologie applicate di nuova generazione, attraverso un'amplificazione non lineare, una bassa soglia di compressione e sistemi microfonici direzionali, consentono di innalzare l'intellegibilità verbale. Così facendo si ottiene una vera e propria "estrazione della voce", basata sull'esaltazione delle frequenze in cui predomina il parlato e la contemporanea soppressione di quelle dove prevale il rumore di fondo.
Ma la tecnologia da sola non basta. Il collante è la collaborazione con l'Audioprotesista che lega le azioni del percorso che porta al beneficio.
Essenziale è la definizione quantitativa e qualitativa delle esigenze di relazione e delle attese di comunicazione dell'anziano.
L'uso di questionari di beneficio e soddisfazione, preferibilmente selezionanti per la popolazione in oggetto, è una necessità affinché, in maniera chiara, univoca e ripetibile, tutti gli attori coinvolti nel percorso possano, ciascuno per la propria parte, contribuire ad ottimizzarne gli esiti.