Aspetti cognitivi della presbiacusia
(dagli atti dell'LV Raduno - Siena, 5 Dicembre 2009- Presidente Prof. D. Nuti - Direttore Prof. A. Salami)
Le alterazioni dell'udito, osservate nella senescenza, presentano grande interesse in quanto, come è noto, l'udito è uno strumento indispensabile nella vita di relazione e nella percezione della posizione del proprio corpo nello spazio.
Le alterazioni della soglia uditiva, nel soggetto anziano, vengono generalmente indicate con il termine di presbiacusia, definita come alterazione della capacità uditiva dovuta a processi involutivi legati all'età; in realtà altri fattori possono intervenire nella sua genesi. L'ipoacusia del soggetto anziano è solitamente di tipo recettivo, bilaterale e simmetrica, con un interessamento delle frequenze acute e con un'evoluzione lentamente progressiva. Nella presbiacusia alterazioni degenerative possono essere presenti lungo tutta la via acustica. Vengono descritti quattro tipi fondamentali di presbiacusia:
Presbiacusia sensoriale: caratterizzata da fenomeni degenerativi a carico dell'organo di Corti, con degenerazione delle cellule ciliate, con inizio nel giro basale e successiva estensione ai giri più apicali. La sordità inizia nell'età media, con una brusca caduta sulla frequenza degli 8000 Hz.
Presbiacusia neurale: inizia in età più avanzata ed è caratterizzata da una diminuzione di neuroni delle vie uditive, a partire dalla zona del Corti fino alla corteccia cerebrale. Sono presenti disturbi della discriminazione vocale.
Presbiacusia metabolica: caratterizzata dalla atrofia della stria vascolare con alterazioni dei processi elettrici a livello del giro apicale e medio della chiocciola e conseguente perdita uditiva per tutte le frequenze, con gravi disturbi della discriminazione vocale.
Presbiacusia di tipo meccanico: caratterizzata dalla mancanza di alterazioni anatomo-patologiche a caro di strutture neuro-sensoriali.
Da questa classificazione appare evidente come l'audiometria vocale rappresenti un indispensabile esame audiologico per formulare una diagnosi precisa della sede del processo patologico: nella presbiacusia la discriminazione vocale è molto più alterata di quanto possa fare pensare la curva audiometrica tonale; questo comportamento, caratteristico del soggetto presbiacusico, viene definito dissociazione verbo-tonale.
I recenti studi, prevalentemente negli Stati Uniti, hanno finito per gettare più luce sui fenomeni generali legati al passare del tempo anche in soggetti non affetti da patologie, in pratica sull'invecchiamento "normale" del cervello e le sue caratteristiche. E la raccomandazione è di considerare la mente come un vero e proprio organo che va curato e mantenuto in esercizio per prolungarne l'efficienza il più a lungo possibile.
La presbiacusia è riconducibile al normale invecchiamento delle cellule ciliari presenti nella coclea (orecchio interno). Con il passare degli anni tali cellule diventano progressivamente meno sensibili specialmente alle frequenze più alte. Conseguentemente l'anziano avverte meglio i suoni a bassa frequenza, come quelli del rumore di fondo dell'ambiente, e distingue meno bene il parlato che si colloca in media su frequenze più alte.
Si è potuto dimostrare che la diminuzione delle performances uditive è progressiva con l'età ed indipendente dal sesso, e che le abilità comunicative si mantengono entro limiti accettabili fino a 75-79 anni, mentre si nota un brusco peggioramento oltre tale età, con prevalenza dei disturbi uditivi che coinvolge circa 1/6 della popolazione esaminata.
Problemi nella comunicazione, nel partecipare insieme ad altri ad una conversazione, nell'ascoltare la televisione, nel rispondere al telefono portano l'anziano, fragile davanti a tutte queste difficoltà, a vivere in una condizione stressante, piena di limiti. Spesso la sua reazione è quella di innervosirsi e fuggire dall'ostacolo, incontrando davanti a sé il muro della solitudine.
(dagli atti dell'LV Raduno - Siena, 5 Dicembre 2009- Presidente Prof. D. Nuti - Direttore Prof. A. Salami)
Le alterazioni dell'udito, osservate nella senescenza, presentano grande interesse in quanto, come è noto, l'udito è uno strumento indispensabile nella vita di relazione e nella percezione della posizione del proprio corpo nello spazio.
Le alterazioni della soglia uditiva, nel soggetto anziano, vengono generalmente indicate con il termine di presbiacusia, definita come alterazione della capacità uditiva dovuta a processi involutivi legati all'età; in realtà altri fattori possono intervenire nella sua genesi. L'ipoacusia del soggetto anziano è solitamente di tipo recettivo, bilaterale e simmetrica, con un interessamento delle frequenze acute e con un'evoluzione lentamente progressiva. Nella presbiacusia alterazioni degenerative possono essere presenti lungo tutta la via acustica. Vengono descritti quattro tipi fondamentali di presbiacusia:
Presbiacusia sensoriale: caratterizzata da fenomeni degenerativi a carico dell'organo di Corti, con degenerazione delle cellule ciliate, con inizio nel giro basale e successiva estensione ai giri più apicali. La sordità inizia nell'età media, con una brusca caduta sulla frequenza degli 8000 Hz.
Presbiacusia neurale: inizia in età più avanzata ed è caratterizzata da una diminuzione di neuroni delle vie uditive, a partire dalla zona del Corti fino alla corteccia cerebrale. Sono presenti disturbi della discriminazione vocale.
Presbiacusia metabolica: caratterizzata dalla atrofia della stria vascolare con alterazioni dei processi elettrici a livello del giro apicale e medio della chiocciola e conseguente perdita uditiva per tutte le frequenze, con gravi disturbi della discriminazione vocale.
Presbiacusia di tipo meccanico: caratterizzata dalla mancanza di alterazioni anatomo-patologiche a caro di strutture neuro-sensoriali.
Da questa classificazione appare evidente come l'audiometria vocale rappresenti un indispensabile esame audiologico per formulare una diagnosi precisa della sede del processo patologico: nella presbiacusia la discriminazione vocale è molto più alterata di quanto possa fare pensare la curva audiometrica tonale; questo comportamento, caratteristico del soggetto presbiacusico, viene definito dissociazione verbo-tonale.
I recenti studi, prevalentemente negli Stati Uniti, hanno finito per gettare più luce sui fenomeni generali legati al passare del tempo anche in soggetti non affetti da patologie, in pratica sull'invecchiamento "normale" del cervello e le sue caratteristiche. E la raccomandazione è di considerare la mente come un vero e proprio organo che va curato e mantenuto in esercizio per prolungarne l'efficienza il più a lungo possibile.
La presbiacusia è riconducibile al normale invecchiamento delle cellule ciliari presenti nella coclea (orecchio interno). Con il passare degli anni tali cellule diventano progressivamente meno sensibili specialmente alle frequenze più alte. Conseguentemente l'anziano avverte meglio i suoni a bassa frequenza, come quelli del rumore di fondo dell'ambiente, e distingue meno bene il parlato che si colloca in media su frequenze più alte.
Si è potuto dimostrare che la diminuzione delle performances uditive è progressiva con l'età ed indipendente dal sesso, e che le abilità comunicative si mantengono entro limiti accettabili fino a 75-79 anni, mentre si nota un brusco peggioramento oltre tale età, con prevalenza dei disturbi uditivi che coinvolge circa 1/6 della popolazione esaminata.
Problemi nella comunicazione, nel partecipare insieme ad altri ad una conversazione, nell'ascoltare la televisione, nel rispondere al telefono portano l'anziano, fragile davanti a tutte queste difficoltà, a vivere in una condizione stressante, piena di limiti. Spesso la sua reazione è quella di innervosirsi e fuggire dall'ostacolo, incontrando davanti a sé il muro della solitudine.