(Per gentile concessione della Starkey Laboratories Ltd)
1° PASSO: Ammettere che si ha un problema d'udito permanente
Dal momento in cui il suo udito è stato controllato da un professionista e le è stato detto che ha un problema d'udito permanente, lei ha due scelte: negare la realtà oppure accettarla. E' normale per la maggior parte delle persone attraversare un periodo di rifiuto. Quel che è triste è che la maggior parte delle persone aspettano da cinque a sette anni prima di risolvere il proprio problema d'udito. Una persona in fase di rifiuto segue un processo di pensiero tipico.
- "Sento bene, solo che le persone spesso farfugliano; oggi nessuno parla più chiaramente".
- "E' nei luoghi rumorosi che ho problemi a sentire... eviterò questi posti così il problema è risolto".
- "Il mio udito migliorerà con il tempo".
- "Sento quello che ho bisogno di sentire. Chiederò di ripetere".
- "Posso farcela: Devo solo concentrami un po' di più".
- "Non è ancora così grave da dover ricorrere a degli apparecchi acustici".
- "Indossare degli apparecchi acustici non rientra nell'immagine che ho di me stesso".
- "Se il mio udito dovesse peggiorare, allora prenderò in considerazione degli apparecchi acustici".
Il fatto è che non è possibile nascondere la propria ipoacusia. E' più evidente di qualsiasi apparecchio acustico. I suoi colleghi, clienti, amici e parenti già sanno che lei ne soffre. Può rifiutare l'idea, ma sta solo prendendo in giro se stesso. Può decidere di cercare di nascondere il problema, ma i sintomi hanno già diffuso la notizia. Risponde alle domande sbagliate. Confonde parole simili, come salto e santo, bagno e ballo, ecc. Alza il volume del televisore a un livello eccessivo per i normoudenti. Quando ascolta ha un'espressione confusa.
Se continua a nascondere il suo problema, sarà come una persona che si guarda in uno specchio, vede briciole sul viso ma si rifiuta di toglierle. La decisione di continuare a nascondere il problema darà inizio a un circolo "sociale" vizioso. Ecco quali sono le conseguenze più comuni. A un certo punto lei... rinuncerà alle sue attività preferite piuttosto che sentirsi imbarazzato dal suo problema d'udito; eviterà tutte le situazioni che potrebbero risultare problematiche; perderà il suo acume e la sicurezza in se stesso; senza rendersene conto farà pesare sui suoi cari il suo problema d'udito; spingerà i suoi cari ad evitarla; diventerà la vittima della sua decisione.
Il primo passo da compiere per risolvere il suo problema comunicativo è di ammettere a se stesso e ai suoi cari... che ha un problema d'udito irreversibile; che il suo problema d'udito sta deteriorando la qualità della sua vita; che le medicine non possono "aprirle" le orecchie; che non esiste intervento chirurgico in grado di risolvere le sordità neurosensoriali o miste; che i suoi amici, i suoi cari e i suoi colleghi già sanno che lei ha un problema d'udito; che l'unica scelta positiva che ha sono gli apparecchi acustici.
2° PASSO: Prendere la decisione di chiedere aiuto con un atteggiamento positivo.
Non è l'acquisto degli apparecchi acustici che le darà un udito migliore. Il requisito principale necessario per superare il suo problema d'udito è il suo desiderio profondo e trainante di imparare e una determinazione totale ad aumentare la sua capacità di sentire. Le sei caratteristiche che sono presenti in tutte le persone che compiono il passaggio agli apparecchi acustici sono:
1) Atteggiamento positivo.
2) Volontà di imparare.
3) Impegno assoluto a non arrendersi.
4) Tempo passato a far pratica e ad utilizzare gli apparecchi acustici.
5) Pazienza mentre il suo cervello si risintonizza ai suoni e ai rumori ambientali.
6) Sforzo e desiderio di aumentare la propria capacità di sentire.
Gli apparecchi acustici non le daranno una soddisfazione immediata. Non sono come gli occhiali, che danno una visione chiara semplicemente indossandoli. Gli apparecchi acustici sono più simili a dei pattini: acquistarne un buon paio è solo il punto di partenza. Un buon allenatore che sa come insegnare a pattinare è il secondo passo. Il tempo trascorso a fare pratica, con un atteggiamento paziente e volenteroso da parte dello studente, è il terzo e più importante passo. Per arrivare a un udito migliore, bisogna lavorarci su base giornaliera.
La capacità di sentire di nuovo può venire rifamiliarizzata non acquistata. Chi ha avuto successo con i propri apparecchi acustici le confermerà che il prezzo che ha pagato per avere un udito migliore è stato il tempo trascorso a fare pratica e lo sforzo che ha fatto. La decisione di aver un buon atteggiamento nel migliorare il suo udito deve essere sua, e non quella del suo compagno/a, di sua figlio o di suo figlia. In qualità di audioprotesisti, non possiamo prenderci questo impegno per conto suo; la scelta è solamente sua. Quando inizia il processo che la porterà ad un udito migliore, un atteggiamento allegro non solo influirà sul suo successo, ma sarà anche un incoraggiamento per chi la conosce.
3° PASSO: Istruzione personale: imparare tutto quello che posso sul mio problema d'udito.
Il rimedio più efficace alla sordità è l'istruzione personale. E' necessario che impari tutto quanto è possibile sulla sua ipoacusia specifica. Per iniziare, dovrà sapere: che tipo di ipoacusia ha? Quale è il grado di ipoacusia nel suo orecchio destro e in quello sinistro? Come è stato influenzato il suo cervello? Come colmano il vuoto gli apparecchi acustici? Cosa può fare per migliorare il suo udito? Che tipo di ipoacusia ha?
Il suo audioprotesista le darà queste informazioni come riportate sul suo test audiometrico. L'ipoacusia può essere:
trasmissiva: il suono non viene trasmesso correttamente dall'orecchio esterno o medio all'orecchio interno
neurosensoriale: l'orecchio interno non è in grado di trasmettere correttamente il suono al cervello. Le cellule cigliate all'interno dell'orecchio interno (specie quelle preposte ai suoni alle frequenze acute), sono consumate a causa dell'età, del rumore o dai medicinali, non sono più in grado di trasmettere correttamente i suoni
mista: si tratta di una combinazione di una perdita trasmissiva e una neurosensoriale
Principio: più il paziente sa della propria ipoacusia specifica, più sarà in grado di partecipare durante la regolazione dell'apparecchio acustico nei diversi ambienti d'ascolto.
Se ha perso l'udito gradualmente nel corso degli anni, allora al suo cervello sono venuti lentamente a mancare gli stimoli dei suoni alle frequenze che ora non sente più a un livello normale. Quindi, quando inizierà a usare gli apparecchi acustici, il suo cervello sarà "sbigottito" dal ricevere i segnali che non sentiva più. Finché non sarà nuovamente abituato a questi segnali, le verrà da pensare: le voci di tutti mi sembrano strane; la mia stessa voce mi infastidisce, mi sembra di parlare in un barile; gli apparecchi sono rumorosi: a meno che io non vada in un ambiente silenzioso, mi trasmettono tutti i suoni; questa situazione migliorerà con il tempo?
Ecco un semplice esempio di come il suo cervello dividerà in categorie il suono e vi si abituerà con il tempo. Una casa vicino alla ferrovia è in vendita. Viene acquistata da una coppia che per le prime notti viene svegliata alle 2.15 del mattino quando il treno passa. Poi, dopo diverse settimane, un amico viene a trovarli e si ferma a dormire. A colazione l'ospite chiede ai due come possano continuare a dormire al passaggio del treno. E la coppia risponde che curiosamente non fa più caso al treno che passa. Il loro udito è cambiato? No, il rumore è diventato una parte familiare del loro ambiente e il loro cervello vi si è abituato.
Poiché non sente i suoni normali e i rumori da molto tempo, indossare gli apparecchi acustici sarà come spostarsi in una nuova casa. All'inizio i suoni amplificati dai suoi apparecchi acustici le sembreranno metallici, artificiali e innaturali. Ma questo è dovuto al fatto di sentire i suoni alle alte frequenze (come s, f, ecc) che non sentiva più da diversi anni. Questa qualità del suono innaturale di fatto migliorerà la sua comprensione del parlato - ma solo se non abbandonerà l'uso degli apparecchi acustici finché il suo cervello si adeguerà. Il suo udito è una funzione complessa che richiede la cooperazione del cervello e degli altri sensi.
La comprensione si verifica all'interno del cervello, non nelle orecchie. Sin dall'infanzia i suoni delle parole e i rumori sono inviati al cervello per riunirli all'immagine visiva delle cose. Queste informazioni vengono immagazzinate in compartimenti della memoria che sono i nostri "vocabolari dei suoni". Quando perdiamo parte del nostro udito, la parte corrispondente del nostro cervello che ora non riceve più alcun input dalle orecchie viene dedicata a qualche altro compito. Quando non sente i suoni da un po' di tempo, il cervello avrà bisogno di un periodo di tempo per familiarizzare con i suoni acuti del parlato e con i suoni ambientali. Questo è il momento più difficile per una persona che inizia ad utilizzare degli apparecchi acustici. Quando si inizia ad utilizzare un apparecchio acustico, per le prime settimane il cervello usa poco le nuove informazioni che gli arrivano, poi piano piano inizia ad utilizzarle. La capacità di compiere delle associazioni immediate dipende dall'ascoltare più volte una parola. Se non sentiamo una parola per molto tempo, allora abbiamo difficoltà a collegare il suono al suo significato.
"La confusione uditiva" è causata da un fiume di suoni genuini, rumori e voci che improvvisamente irrompono nel nostro cervello, dopo che non si sono sentiti per anni. Questi suoni diventeranno nuovamente parte del suo subconscio una volta che il cervello li sente ogni giorno attraverso gli apparecchi acustici. Per esempio: il vero suono della suoneria del telefono, il fruscio degli abiti quando camminiamo, il movimento della ventola del condizionatore o il rumore del motore del frigorifero, il frusciare delle pagine di un giornale, il ronzare del computer, la capacità di sentire, e quindi, la capacità di associare i suoni con i loro significati, aumenterà con la pratica.
4° PASSO: Avere delle aspettative realistiche.
Se ha perso il suo udito all'improvviso o se lo ha perso con il tempo, non sentirà di nuovo come quando aveva un udito normale. Questo è vero indipendentemente dal tipo di ipoacusia che ha e dagli apparecchi acustici che ha acquistato. Gli apparecchi acustici sono solo dei sostituti dell'originale: con essi è possibile vivere una vita pressoché normale; senza sarebbe sicuramente limitato. Si concentri sui miglioramenti e non sui momenti negativi in cui gli apparecchi acustici non le permettono di sentire quello che vorrebbe. Se si dovesse scoraggiare, provi a pensare a quanti svantaggi ha senza apparecchi rispetto ai vantaggi che ha quando li indossa. Probabilmente si accorgerà della buona percentuale di miglioramento rispetto a come sentirebbe senza apparecchi. I suoi apparecchi acustici la possono aiutare a sentire meglio, non alla perfezione.
E' possibile effettuare alcune regolazioni elettroniche nel corso delle prime settimane dall'audioprotesista al fine di aiutarla a riabituarsi gradualmente a sentire a livelli d'ascolto normali. E' possibile che siano necessarie diverse visite. Inizialmente la sua stessa voce potrebbe sembrarle strana. Con il tempo, diventerà più naturale.
Gli apparecchi acustici non le daranno una soddisfazione immediata. Il successo proviene dalla pratica e dalla decisione di indossarli a tutte le ore del giorno. Non li lasci, avrà successo. Chi non li indossa sempre potrebbe non riuscire a trarne i benefici completi.
Principio: comprendere che un apparecchio acustico è uno strumento in grado di fornire un notevole miglioramento alla comprensione di chi lo indossa, ma che la tecnologia non si può sostituire ad un udito danneggiato.
5° PASSO: Pratica tempo e pazienza: le chiavi del successo
Vi è una disciplina comune seguita da tutti coloro che passano con succcesso all'utilizzo degli apparecchi acustici. Si chiama pratica. E' un investimento che le costerà tempo e pazienza, normalmente è un investimento che le farà riscuotere i primi interessi dopo circa 45 gorni. Una volta che avrà concesso al suo cervello un numero di ore sufficienti per abituarsi ai suoni ambientali, sarà in grado di proseguire con la sua vita senza più pensare al suo udito. Se da un lato incoraggiamo i nuovi utilizzatori a iniziare poco per volta e a casa, dall'altro lo scopo finale è quello di utilizzare gli apparecchi tutto il giorno, tutti i giorni. Questo comprende anche le volte in cui ci si trova in situazioni silenziose, in situazioni rumorose e in quelle occasioni in cui si pensa di non avere bisogno.
Una volta terminate le prime due settimane di utilizzo graduale ma crescente, bisognerebbe indossare gli apparecchi subito appena svegli al mattino e levarli la sera prima di andare a letto. E' un errore indossarli solo quando ci si reca fuori in situazioni sociali in quanto il suo cervello sarebbe infastidito da tutti i suoni ambientali che non conosce. Se gli apparecchi non entrano a far parte della sua pratica quotidiana, il suo cervello non verrà stimolato abbastanza a lungo da imparare a interpretare i suoni del suo mondo; in questo caso gli apparecchi le faranno sempre percepire il suo ambiente strano e probabilmente inizierà a tenerli nel cassetto. Un utilizzo frequente e consistente è necessario per il suo cervello per abituarsi e per permetterle di avere nuovamente delle comunicazioni di successo. Abbia pazienza e non si arrenda. Si riposi se si sente stanco, ma non si arrenda. Ci chiami ogni volta che avrà bisogno di aiuto o di incoraggiamento. Desideriamo che lei rimanga in contatto con noi e che ci esponga le sue preoccupazioni riguardanti un'amplificazione eccessiva o la mancanza di beneficio. Se è un nuovo utilizzatore di apparecchi acustici deve ritornare da noi per effettuare le ulteriori regolazioni, controllare i progressi ed essere aiutato a superare le situazioni d'ascolto difficili. Poi procederemo insieme, fino al punto che lei non si renderà nemmeno più conto che quando è sveglio indossa degli apparecchi acustici.